I Segreti Di Parigi by Corrado Augias

I Segreti Di Parigi by Corrado Augias

autore:Corrado Augias [Augias, Corrado]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-16T18:07:22+00:00


in album scene e impressioni di battaglia, di vita militare, di paesaggio, ma è soprattutto uno scrittore. Nel 1802 pubblica Le voyage dans la Basse et la Haute Egypte (Viaggio nel Basso e nell’Alto Egitto) che in pochi mesi ha venti edizioni e rivaleggia, nella lista diciamo dei best-seller, con Le génie du christianisme (Il genio del cristianesimo) di Chateaubriand. con il colpo di Stato del 18 brumaio, Napoleone diventa Primo Console ed è con un suo decreto che, il 28 brumaio dell’anno Xi (19 novembre 1802), Vivant Denon viene ufficialmente nominato direttore generale dei musei di Francia. Come nota Philippe Sollers, quella carica vale più ancora di quella di ministro: Denon “avrà sotto il suo controllo i pittori, gli scultori, gli incisori, gli arazzi (Gobelins, Aubisson), le porcellane (Sèvres)”.

Qui comincia la grande avventura, la parte intellettualmente più intensa di una vita sempre movimentata: la costruzione di un museo

per il quale il nuovo direttore può attingere a due immensi giacimenti, le antiche collezioni reali da una parte e dall’altra tutte le centinaia di opere d’arte che Napoleone razzierà in Europa nel corso delle [p. 206] sue campagne. Gli ufficiali dell’armata napoleonica imparano presto a conoscere Denon; è lui che s’incarica

personalmente di scegliere i pezzi da trasportare a Parigi. Lo fa con tale impegno da meritarsi presto il nomignolo di “ufficiale giudiziario”. La visione del mondo, potremmo dire la filosofia, che sovrintende a questa razzia è molto semplice: la Francia, considerata

la superiorità dei suoi Lumi e dei suoi artisti, è l’unico paese al mondo in grado di dare un rifugio a questi capolavori che ovunque altrove sarebbero esposti a mille rischi.

Quando, dopo la disfatta di Napoleone, i prussiani cominceranno a

riprendersi le opere d’arte che gli erano state sottratte, Denon esclamerà con il più grande disprezzo: “Che se le prendano pure, non

hanno nemmeno gli occhi per guardarle. La Francia proverà sempre, con

la sua superiorità nelle arti, che questi capolavori stavano molto meglio qui che altrove”. La Francia è uno dei paesi al mondo dove maggiore è la considerazione che si ha verso la letteratura, l’arte, ogni espressione dell’ingegno. Napoleone compiva quelle razzie per dar lustro al suo impero, Denon rivestiva quegli atti di banditismo di una forma sottile di orgoglio intellettuale. La visione sia dell’uno che dell’altro cozzava comunque con quel principio generale

della convivenza che considera una violazione dei diritti fondamentali di un popolo la sottrazione del suo patrimonio culturale.

Curiosamente, ho ritrovato in una frase di Proust un’eco appena più

sfumata dell’orgoglio intellettuale e patriottico di Denon: “La véritable terre inesthétique” scrisse Proust, alla fine del secolo che Napoleone aveva aperto, “n’est pas celle que l’art n’ensemença pas, mais celle qui, couverte de chefs-d’oeuvre, ne sait ni les aimer, ni même les conserver”: la vera terra dei barbari non è quella

che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli. Ho sempre sospettato che la terra ridiventata barbara alla quale Proust si riferisce (concezione non lontana da quella di Stendhal) [p. 207]

fosse l’Italia, che del



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